A cura di Gioacchino la Greca
L’Adorazione dei Magi
(1497-1500)
Tempera a colla e oro su tavola
(54,6x70,7)
Getty Museum, Los Angeles
di Andrea Mantegna
Opera tarda del pittore
mantovano, che tra Mantova e la corte estense ormai vedeva svolgersi la sua
opera come massimo pittore di corte, libero però di esprimere la sua arte e
il suo pensiero. Questa composizione risente delle influenze degli artisti e
delle correnti pittoriche che a Mantova transitavano in gran numero. E cosi
dagli arazzi fiamminghi, dalla pittura di Piero della Francesca, di Benozzo Gozzoli e Giovanni Bellini, il Mantegna
sapeva trarre spunti di gran pregio artistico. L'opera mostra sei figure come
ormai il mantovano ci ha abituati a vedere con le sacre Conversazioni o le
Madonne coi santi. Lo spazio è racchiuso ma non angustamente, dal braccio
destro della Madonna che porge il bambino, e la spalla sinistra del re
adorante in primo piano. La fisionomia del bambino benedicente è graziosa e
non inquieta come tante altre del genere. La Madonna è genuinamente bella e
gentile, con ricchi abiti della nobiltà estense, mentre è sicuramente facente
parte dell'arredo delle porcellane di Isabella d'Este
la tazza in primo piano di porcellana blu, che potrebbe essere cinese o
persiana, mentre gli altri due vasi sembrano tagliati nel diaspro e
nell'agata. Quindi pietre preziose, veri gioielli da collezione, degni di una
"Camera delle Meraviglie" come venivano formandosi all'epoca, nelle
quali i ricchi sovrani raccoglievano tesori anche culturali, come miniature e
libri antichi, provenienti da tutto il mondo. |
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