A cura di Gioacchino la Greca

 

 

Giovanni Battista

 

(1604)

Olio su tela (94x131)

 

 

Di Michelamgelo Merisi da Caravaggio (1571-1611)

 

 

 

 

Nel 1927 il Longhi, massimo cultore e curatore del Caravaggio, lo attribuisce al Merisi con sicurezza. Lo definisce lo stesso compagnaccio del Caravaggio, il modello amico di tanti giorni passati assieme, lo stesso dell'altro Battista che si trova negli States. La luce laterale mette in mostra un incarnato del viso brunastro che contrasta col bianco luminoso del busto ignudo, e suprema invenzione artistica del Merisi, la figura adesso è di tre quarti, non più a metà come si era soliti dipingere. La rozza e rossa tela sembra sempre quella che vediamo in altre composizioni, qui prosaicamente drappeggiata a coprire coscia sinistra e avambraccio destro, mentre la mano sinistra, che avrebbe dovuto tenere una croce di canna, come nel corrispettivo statunitense, giace languida sul ginocchio destro. Anche qui è da presumere l'uso della camera oscura, dove però il fondo non è al buio, ma di una tinta rossastra per esaltare forme e colori del giovane modello. Nessuna forza profetica sembra emanare dal precursore di Cristo, quanto invece una forte e intensa carica erotica neanche mitigata da alcun oggetto sacro. Per il Merisi non c'è differenza tra sacro e profano, solo la bellezza merita di essere esaltata.

 

 

 

 

 

 

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