A cura di Gioacchino la Greca
Viaggio nell’Arte
L’interno del Duomo, presbiterio
La
navata centrale del Duomo di Cefalù, che essendo a
croce latina ne presenta tre, è dominata dal Cristo Pantocrator.
Vi si arriva passando tra una doppia fila di 16 colonne, 14 di granito rosa,
2 di cipollino, tutte sovrastate da capitelli del 2° secolo d. C. I colori
dominanti di verde e porpora, richiamano i colori della corte dell'impero
bizantino, e sono essi che introducono al presbiterio. Furono
chiamati per realizzare tale capolavoro musivo i famosi maestri di Costantinopoli,
che all'epoca e per molti anni a venire, almeno fino al 15° secolo, quando
Costantinopoli divenne definitivamente ottomana, dominarono in questa arte in
tutta Europa. Il
Pantocrator viene presentato classicamente barbuto,
capelli sciolti, e quello che viene giustamente considerato gesto benedicente
è un richiamo fortemente teologico della chiesa occidentale alle due nature,
umana e divina del Cristo, rappresentate dall'indice e dal medio uniti.
Mentre le tre dita, pollice, anulare e mignolo, unite a cerchio, stanno a
rappresentare la SS. Trinità in un rapporto di relazione circolare. Bisogna
tenere presente che circa un secolo prima la chiesa romana si era duramente e
pervicacemente separata dalla chiesa d'oriente proprio sulla circolarità
della Trinità, quel famoso "Filoque" che fa
derivare lo Spirito Santo oltre che dal Padre anche dal Figlio. Nella mano
sinistra il Pantocratore, titolo che deriva da
quello attribuito agli imperatori bizantini, tiene il vangelo aperto sulla
pagina di Giovanni 8,12: "Io sono la luce del mondo, chi segue me non
vagherà nelle tenebre". Come tutte le scritte descrittive, essa è in
greco e latino. Il fondo oro, ricavato con sottili formelle dorate e di rame
richiama la luce dell'Empireo, il cielo divino. Non c'è figura sacra fino al
rinascimento che non abbia il suo paradiso ricavato da questi fondali ricchi
e preziosi. Il
Cristo Pantocratore è formato da tessere non più
grandi di 10 mm per lato, quadrangolari, molte sono in madreperla. Ruggero non
si risparmiò di certo pur di assolvere il suo voto per essere scampato ad un
furioso nubrifagio. Sotto
la figura del Cristo campeggia la Vergine orante, che non può non richiamare
negli abiti e nella fisionomia l'imperatrice Teodora dei mosaici ravennati (mia personale impressione che finora non ha
trovato conferma). La vergine è attorniata dai 4 arcangeli, Gabriele,
Raffaele, Michele e Uriele, che non viene
festeggiato assieme ai tre perché nome inusuale. Ancora
nella terza fascia i santi Pietro e Paolo, divisi nella vita reale, sempre
assieme in Paradiso, e i quattro evangelisti coi simboli e nomi. Nella quarta fascia infine 6 dei dodici apostoli, poiché qualcuno era più in alto qualche altro aveva dato defezione. I gioielli dell'arte bizantina e rinascimentale in Sicilia sono molti, poco valorizzati, mal gestiti e trascurati. Amiamoli, come tutte le cose preziose, forse l'amore le salverà. |
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