A cura di Gioacchino la Greca
Cristo Morto
(c. 1582)
Staatsgalerie Stuttgart di Stoccarda
di
Annibale Carracci
(1560-1609)
Probabile omaggio al Cristo morto del Mantegna.
L'opera, di uno dei tre fratelli bolognesi, è un omaggio a quella celebre
sopra compianto sul Cristo morto di Brera, dove
riprende la ardita prospettiva, con i piedi in primo piano, e la monumentalità della figura. Una volta eliminate le donne
piangenti, la sagoma del Cristo sembra emergere dal buio freddo della morte
in cui è immersa. La torsione del busto verso il lato sinistro ne mette in
risalto la bella anatomia e le fattezze del tronco e della testa, così poco
valorizzate dal rigido prospettico del grande mantovano. Il crudo realismo è
dato dai ferri e dalle opere di tortura che giacciono ai piedi del Cristo, il
sangue vivo depone per una morte ancora recente e le ferite sono aperte,
mentre è da rilevare l'errore storico e comune di far vedere i buchi dei
chiodi nelle mani quando in effetti le crocifissioni avvenivano per legatura
dei polsi o con chiodi conficcati negli stessi, tra ulna e radio. In ogni
caso opera di grande impatto emotivo e devozionale,
in cui traspare la gran classe pittorica del maestro bolognese. |
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di Racconti
d’Arte
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