A cura di Gioacchino la Greca
Crocifissione
di Sant’Andrea
(1607)
Olio
su tela (2022,5x152,7)
Cleveland Museum of Art. Cleveland
di
Michelamgelo Merisi da Caravaggio (1571-1611)
Questa opera, sicuramente
una pala di altare, fu dipinta durante il primo soggiorno napoletano su
commissione di Juan Alfonso Herrera,
vicerè di Napoli fino al 1610. In essa vediamo ritratta con crudo realismo il
momento della morte in croce di un sofferente, Andrea, nell'atto di spirare.
Il martire abbraccia in altezza e in larghezza tutta la tela, e forse anche
per ottenere questo scopo preciso che il Merisi
decide per la classica crocifissione, con croce romana e non con i pali
trasversali come di solito si raffigura S. Andrea. Così accanto alla figura
del vecchio morente, ignudo e in una resa naturalistica che ne fanno
affiorare le fattezze del martirio, sta un uomo, che, nell'atto di slegarlo,
sembra immobile con lui a rimirare con rispetto dovuto l'attimo fatale. Il
giuoco della luce che entra prepotente da sinistra, esalta le carni e le
rapide pennellate dei drappeggi, resi in colori forti. Mentre le figure del
basso, tra cui l'uomo in divisa, che forse è lo stesso vicerè, sono posti
all'altezza dello stesso spettatore fuori dalla tela e alzano anche essi lo
sguardo per guardare il viso del santo. Quadro ricco di pathos e sicuramente devozionale, il Merisi tratta
da par suo con umanità comune e senso della sofferenza un tema religioso, che
non permette divagazioni, e personalmente mi chiedo, sempre osservando questa
tela, come fosse possibile che alla sua immensa, per genio, produzione manchi
una crocifissione di Cristo. |
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