A cura di Gioacchino la Greca
San
Girolamo
(1605-1606)
Olio
su tela (112x157)
Galleria
Borghese, Roma
di
Michelangelo Merisi da Caravaggio
(1571-1811)
È un'opera tardiva del Merisi, eseguita nei pochi mesi tranquilli che visse a Malta
prima del tragico arresto e fuga dall'isola. Dedicata al Malaspina,
suo protettore a Malta, a cui il pittore chiese speranzoso di perorare la
causa del suo perdono al papa, questo Gerolamo scrivente mostra come la
rapidità di esecuzione nella stesa dei colori sia ormai un fatto acclarato
per l'artista che si apprestava alla grande opera della Decollazione. Seduto
sul letto da cui sembra appena essersi levato, il santo si appresta a
scrivere sul libricino, illuminato dalla consueta luce simil
spirituale che, entrando dalla sinistra, mette in risalto il braccio destro e
la mano che scrive indirizzando lo sguardo sul libro aperto. La posa austera
e sobria, concentrata e assorta del santo è ritratta in un ardito tre quarti
in orizzontale, formato che ormai il Merisi ha reso
canonico per i ritratti, e i restauri hanno messo in risalto un bellissimo
rosso del drappo che lo copre che contrasta fortemente col chiarore
dell'incarnato. Il danno che il tempo ha lasciato sulla tela non fa risaltare
la profondità dell'austera cella, arredata sobriamente, con sul tavolo scarno
una vera composizione di natura morta: la candela spenta, a simboleggiare la
fede persa del Merisi, il teschio come
"memento mori", il cappello cardinalizio appeso al muro alle spalle
del santo, un crocefisso in bilico sul bordo in una ardita prospettiva. In
cornice, inusuale, in basso a destra uno stemma nobiliare, forse quello del Malaspina. |
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