A cura di Gioacchino la Greca

 

 

 

Adorazione dei pastori

 

 

(1450-1451)

Tempera su tavola trasferita su tela (40x55,6)

Metropolitan Museum of Art, New York

 

 

di Andrea Mantegna

 

 

 

 

 

Opera pittorica di notevole livello, dipinta per la corte di Lionello d'Este, la più aperta e innovativa delle corti del rinascimento, ove convergevano interessi artistici e letterari delle più grandi firme dell'epoca. Mantegna vi operò con passione e maestria e questa Adorazione dei pastori ne è un esempio. La raffigurazione ci presenta in primo piano due sgualciti personaggi, due pastori che si inginocchiano in adorazione, cenciosi e con grinfie poco rassicuranti, che contrastano con il devoto atteggiamento. La madre santa accoglie il bimbo nelle distese del suo manto azzurro che come calmo mare sembra cullarlo tra le sue onde, e qua e la spuntano testoline non di cavallucci marini ma di cherubini, che sorvegliano la scena. Tale Madonna adorante è un chiaro omaggio alle Madonne belliniane, il cognato famoso del Mantegna, al quale lo stesso mantovano si ispirava. Sulla sinistra appoggiato ad un trespolo Giuseppe con aria trasognata sembra rispecchiare fedelmente la sua partecipazione all'evento, così come narrata dal vangelo, che lo nomina due volte avvisato in sogno da un angelo. Dietro traspare una staccionata così ben fatta che sembra lì per ricordare un'opera ingegneristica dell'epoca per il contenimento delle acque, messa in atto da Lionello. È visibile solo il bue del presepio, manca l'asinello di proposito e se ne ignora il motivo. Azzardo io una ipotesi: questa adorazione dei pastori è narrata nel vangelo di Luca, e questo evangelista ha per simbolo il bue o toro, quindi magari ricorda l'autore di tale episodio evangelico (prendetelo con beneficio di inventario, non sono storico dell'arte). Le scene sullo sfondo sono ricchissime di particolari: la donna che fila appoggiata al muro di una casa, un uomo che prepara le botti in attesa della chiatta che scarica sulla riva opposta; dei pastori col gregge sul costone della montagna a destra che si intrattengono con angeli. Il tutto in una atmosfera di aurora trasognante, con luce innaturale ma molto efficace per rendere l'idea di un evento miracoloso. E sempre sullo sfondo, un inquietante albero con tre fronzuti rami che sembrano richiamare la croce del triste epilogo del bambino sognante in primo piano.

 

 

 

 

 

 

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