Testi e cura di Gioacchino la Greca
San Sebastiano
1476
Olio su tavola
trasportato su tela (171x85,5) Dresda
di Antonello
da Messina
Il
pittore siciliano, che impregnò di sé, non l'arte meridionale, fedele al proverbio
che non vuole nessuno profeta in patria, ma la cultura e l'arte del nord Italia,
specie a Venezia, dove la sua pittura assume i toni e le coloriture della laguna.
Tra le opere che vi compose, la pala d'altare per la chiesa di S. Giuliano,
che raffigura il Martirio di San Sebastiano, un santo protettore della peste,
che era molto venerato in un'epoca in cui il morbo decimava le popolazioni
europee. Al centro il santo ignudo, perfetto per composizione anatomica e
bellezza, di cui l'umanesimo andava fiera, giace in una posa pacata, legato
ad un albero e trafitto da alcune frecce che non strappano smorfie di dolore
ma un senso di serena letizia, che ne fa classico Febo apollineo. In omaggio
ai suoi maestri, la scena è arricchita da varie figure, che si affacciano da
edifici colti in prospettive geometriche perfette secondo i canoni di Piero
della Francesca, mentre altre richiamano persino Mantegna
nell'uomo che giace a terra a sinistra del santo. La luce chiara e luminosa,
indefinita di pieno giorno, delinea i contorni dei personaggi dello sfondo,
una donna con bambino, due soldati, due ricchi signori, un uomo a terra,
mentre la cura dei particolari, persino della pavimentazione lasciano
trasparire una precisione matematica del disegno prospettico. |
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Indirizzo dell’immagine: https://it.wikipedia.org/wiki/File:Antonello_da_Messina_018.jpg