A cura di Gioacchino la Greca
Seppellimento
di Santa Lucia
(1608)
Olio su tela
(408x300)
Chiesa di Santa
Lucia alla Badia, Siracusa
di Michelangelo
Merisi da Caravaggio
(1571-1611)
L'opera composta dal
pittore a Siracusa dove brevemente soggiornò dopo la fuga da Malta, fu
eseguita per la chiesa di Santa Lucia extra moenia,
sul luogo ove si pensa fosse stata sepolta la santa martire, vissuta intorno
al 180 d.C. Si pensa che il pittore bergamasco fosse
stato introdotto al senato siracusano dall'amico Minniti conosciuto e frequentato a Roma. È una grande
pala d'altare, insolita nella vita della santa, il seppellimento, un vero funerale,
ove la figura di Lucia giace a luce traversa nel quadro, come nella morte
della Vergine, dominata dalla possente figura dei due energumeni che
continuano la loro opera imperterriti. Le altre figure sono in lontananza, e
lo sfondo naturale fa riconoscere le famose Latomie siracusane.
Si dice che Caravaggio rimase molto colpito da
queste cave e che anzi fosse stato lui a dare il nome a quella famosa come
"orecchio di Dioniso". Comunque l'ambientazione in queste
gigantesche cave rende un rapporto di "lontananza" quasi cinematografica
in un gioco prospettico che molti anni più tardi avrà bisogno di macchine speciali
per essere realizzato. I colori che ancora si intravedono nella tela rovinata
in più parti dall'usura e dai restauri, lasciano intravedere i caldi terrei
colori dei notturni, con prevalenza dei toni scuri che illuminati dalla luce
che spiove da destra in alto getta un non che di sinistro sulla scena. È
certo che l'incupirsi delle atmosfere nei quadri del Merisi
rendono ragione dello stato d'animo di un fuggiasco braccato che da lì a poco
troverà solitaria morte a pochi km dalla agognata Roma del perdono mai goduto. |
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