A cura di Gioacchino la Greca
La Venere di Urbino
(1538)
Olio su tela (119x165)
Galleria degli Uffizi, Firenze
di Tiziano (1480/1485-1576)
Quadro
a soggetto mitologico, il tema del quale come molti altri dell'epoca era ricorrente per proporre soggetti erotici ed
esplicitamente di natura sessuale, come questa bellissima Venere. Si dice che
fu il duca di Urbino, Guidobaldo della Rovere, ad ordinare il quadro per onorare la giovane
quattordicenne consorte ed istruirla all'amore coniugale. Che come tale deve
conoscere un giusto mixer di erotismo e fedeltą coniugale, che uniti alle bellezza sono garanzia di duratura felicitą. I tre
elementi che abbiamo menzionato sono ben presenti nella tela tizianesca: la
bellezza indiscutibile della donna, rispetta i canoni classici del tempo,
persino nella soave pinguedine del ventre sinonimo di sicura e futura
maternitą. I tratti del viso sono delicati, di un incarnato rosa che mescola
l'eterea bellezza al richiamo magnetico e curvo dello sguardo ammiccante
della donna distesa su un letto sfatto, memoria di guerresche imprese
amorose. La mano destra languida lascia scivolare lentamente le rose e i
fiori, simbolo del tempo che altrettanto lentamente sfugge tra le dita e ruba
e fa sfiorire una bellezza destinata a consumarsi, come tutte le cose caduche
di questo mondo. La mano sinistra invece scende impudicamente al pube, per
coprirlo o chissą, carezzarlo, simile nel gesto alla Venere dormiente di
Giorgione. Ai piedi del letto dorme il cagnolino, custode fedele dei segreti
nuziali, ma simbolo evidente della fedeltą cui la donna č tenuta a custodire
e preservare. Un pesante panneggio divide ed isola
la scena in primo piano dal resto della stanza, ove sul fondo due fantesche
cercano i vestiti che la bella signora deve indossare. Accompagnano la Venere
i suoi pił conosciuti attributi: oltre alla bellezza, le rose di cui abbiamo
detto, anche il vaso di mirto sul davanzale della finestra, da cui traspare
un cielo adamantino, ben augurante alla vita sponsale. |
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Indirizzo
immagine: t.wikipedia.org/wiki/Venere_di_Urbino