A cura di Gioacchino la Greca

 

 

 

 

Buona ventura

 

 

(1593-1594)

olio su tela 115 x 150

Louvre

 

 

di Michelangelo Merisi da Caravaggio

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho visto questa Buona Ventura al Louvre, non è in buone condizioni di salute pittorica, troppe rifaciture, e per di più non è tra quelli che io definirei capolavori di Merisi. Preferisco la versione capitolina, più mossa e naturale, a questa che si presenta un poco rigida nelle pose, ma dove, da maestro qual è, la luce va a colpire la zona che è centrale nel quadro: le mani, il loro gioco, fatto di inganno, seduzione, ritrosia. L'ingenuo giovane cade nelle tele della zingara, che oltre a leggergli la mano gli sfila l'anello, e lo seduce con un tocco magico e lieve. Narra il Bellori, storiografo del Caravaggio, che tanto lui era convinto della pittura al naturale che chiamò come modella la prima zingara che vide passare sotto la sua finestra, e ne nacque, indipendentemente dal mio profano giudizio, un duplice capolavoro.

 

 

 

 

 

 

 

 

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