Per vie irte ed
azzurre
III
Come
un sasso che cade nell’acqua |
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Come
un sasso
Ho cercato
per me nel cielo il brillìo delle stelle non c’è
non so il fruscìo del vento che va tra le fratte alla turgida bacca del biancospino
un impenetrabile bosco lascia alle foglie lassù i baci del sole.
Dimenticata e sola con mute parole io chiamo ma esse non vanno là dove si parlano altri linguaggi.
Come un sasso che cade nell’acqua è il mio cuore aperto un sasso di lava che giace nel fondo
il pensiero soffre d’impotenza.
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Oppressione Or come pioggia va l’ora densa sull’animo affranto e la lotta è inane.
Or dei pensieri l’onda risuona qual eco in vasto spazio andando.
Or la nebbia sull’orizzonte fosco come cappa greve lenta cala e l’aurora muore.
Mai più tornerà il giorno nel mondo al creato una falsa promessa accusando.
Ora i colori son tramutati in calmi segni di morte.
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Paragone Come ira di cielo come le voci estese dell’aria sul volto del mare, anima straziata che si lamenta sulla sabbia, così io quando il buio venne nella casa e fui sola ed invisa.
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Edelweiss
Sulla vetta edelweiss di fronte al sole lontano ti consuma l’ansia più grande del mondo.
Freddo e pungente tra i sassi e la neve nessuno ti vede. E sei solo. Il tuo sguardo nessuno conosce né il tuo dono mentre brilla il mondo sorrisi ai sorrisi e feste che tu non conosci.
Un giorno qualcuno la tua spoglia tra i fogli di un libro vedrà, un giorno qualcuno il nascosto tuo cuore saprà.
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Non
essere... sono Essere come acqua in terra riarsa prima ch’inaridisca il seme o come vento ch’insemina l’aria e non di palude liquido greve o alla foce stanco braccio di fiume che va senz’entusiamo nel mare.
Non essere io sono.
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Stretta
Lascia che anche stasera la mano del cosmo prema sul mondo
a goccia a goccia stilla l’amore
finché c’è chi non ama.
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Paese
Sottile un manto sul dorso del monte spigoloso un borgo antico ad una chiesa intorno, c’era una volta.
Tra casette civettuole non più protegge la campana. Sul poggio guarda e sorride un forestiero.
E la valle in basso si chiude pesante nell’ultima luce.
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Amico
fiume
Fiume che placido vai teco verrò da queste lande lontano
là sono i campi come amanti le membra nella rorida sera distese
e il bosco coi frutti che Pan per noi raccoglie alla selenia luce e canta
vedi ci viene incontro il vento
porta carezze non conosciute e baci
nelle tasche tanti occhi di donne
i miei son pieni delle tue lacrime che il gabbiano raccoglie e al cielo regala.
Fiume andiamo a versare nel mare il nostro pianto infinito.
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