Per vie irte ed
azzurre
IV
Dittico |
Due componimenti. Due presenze
dell’animo, perché l’isola è il frutto dell’uomo che pensa, sotto un’intensa spinta emozionale anche quella d’un viale d'autunno dove solo
una foglia riesce ad assommare tutta la bellezza della primavera. Due aspetti
dell’uomo, che fonde cuore e mente nella difesa d’un
progetto che non faccia oltraggio né all’una né all’altro. Ma quanto è
difficile mantenere dritto il veliero quando l’onda forte fa apparire più viva
la lusinga d’abbandonarsi ad essa e quando l’iniquo
dileggio del nembo sfinisce la lena e fa ingiuria financo
alla fede. Ma io non voglio perdermi nel buio.
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Ramo
spoglio
Mille parole vanno portate dall’uomo tante vesti hanno
ora sono in giro di danza ora lente sciamano come in corteo ora avanzano gravi o sotto un fardello grevi
e poi son pilastri d’imprese
e carezze e baci accompagnano.
Io cerco quelle che si sfoglieranno anzitempo perché la linfa preme
ma le mie parole son rinsecchite tra le zolle
chiama il ramo la foglia che non c’è perché d’autunno s’aduna tutta il sapor della primavera in una.
Le mie parole come le foglie
ma sul ramo mio non spunterà un’altra primavera. . |
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Sostegno Non vedo verità nuove nella mia isola ci sono alberi e zolle come questi e quelli
ed io sono un uomo come tanti ma con una mano in più
la spoglia umana è là come un largo pantano ma i piedi miei non vi affondano perché hanno gli occhi altrove perché dalla fronte grondano pezzi di pensiero ubriachi folli
e la brezza dell’isola che sa di odorose resine e di mare visita le mie stanze ad una ad una.
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