Racconti
Lilli
. Un giorno rientrando in
casa trovai nascosto in un cespuglio di oleandri del mio giardino un
cuccioletto. Tremava dal freddo e dalla fame. Gli detti una cuccia, del cibo
e la mia amicizia. L'animale crebbe tra mille affettuosità e presto
divenne un bel cane con un nome, Lilli, a dire dei miei amici, troppo
grazioso per la sua mole, ma nessuno di casa avvertiva questo contrasto per cui caddero nel nulla le varie proposte di
sostituzione. Di tutta la famiglia io sono la più vicina a
Lilli di cui conosco tutte le abitudini alcune delle quali, dal confronto con
il comportamento degli altri cani, posso dire che
sono uniche. Ha una gran paura dei rumori forti e quando
grossi camion sfrecciano sulla strada in discesa che costeggia il mio
giardino, Lilli corre a nascondersi in un folto cespuglio dove ha creato una
specie di cuccia che usa solo in questa occasione.
Una più grande paura ha però per i fuochi
d'artificio che dal mio giardino si sentono forti visto che si trova a
ridosso del cortile di una chiesa. Allora Lilli va a rifugiarsi nel
ripostiglio della legna. Quando gli do un osso non
lo mangia subito, ma lo nasconde in un angolo del giardino e solo dopo
qualche tempo lo prende, si sdraia in un posto usato solo per questa
occasione e comincia a rosicchiarlo lentamente. Durante questa
operazione ogni tanto smette, si guarda intorno, drizza le orecchie
come per ascoltare qualcosa e se c'è qualcuno ad osservarlo guarda con aria
preoccupata il suo osso e lo sistema meglio tra le zampe. Ma l'atteggiamento più grazioso e a me più caro è
quello che assume quando esco di casa, allora infila
la testa tra le sbarre della ringhiera che recinge una parte del giardino e
guarda intensamente nella mia direzione facendo graziose messettine
col capo come per guardare meglio, alla fine dà uno strattone alzando il capo
ed emette un guaito come per dire: "Perché te ne vai?". . |
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