Racconti
Il tubo magico
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. Tempo fa mi capitò tra
le mani un tubo colorato diviso in vari anelli ruotanti. Su questi c'erano
dei settori contenenti espressioni che là per là mi parvero familiari.
Facendo coincidere questi settori mediante la rotazione degli anelli quelle
espressioni, messe le une accanto alle altre, formavano una frase non più a
me familiare. Fui presa da smarrimento. Lessi e rilessi più
volte quelle parole che alla fine andarono a formare un cerchio che mi
stringeva fortemente le tempie. "Come è
possibile!", dicevo tra me, "Tanti anni di familiarità con la
lingua italiana a cosa mi sono serviti?". Non riuscivo a capacitarmi che
quelle parole, che l'uso mi aveva insegnato a comprendere, valutare, pesare
ora mi apparissero così ostili. Che
scherzo era quello! Poi gli occhi caddero sull'espressione
"linguaggio della politica" che in filo sottilissimo girava intorno
al tubo. Ancora una volta dissi tra me: "Come è possibile?". I non sopiti ricordi dei miei
studi mi dicevano che non era così ostico il mondo
della politica, anzi a scavarlo con gli attrezzi della filosofia, si
presentava sempre più familiare fino a che ci si accorgeva che era parte
integrante del mondo in cui si vive. Come erano
cambiati i tempi! In preda ad un freddo sudore che cominciava anche
a serpeggiare nelle vene, girai ancora il "Tubo magico". Fu un attimo. Come se una luce improvvisa avesse
illuminato il buio vidi tutto. Ora capivo il trucco! Era quello il linguaggio magico di quei tali che
si chiamano "politici". Un
semplice gioco di prestigio ... verbale, che non ha niente a che fare con la
scienza su cui poggiano le strutture della società. Mi rassicurai. I cosiddetti "politici", quelli che
reggono le sorti della nostra società, devono apparire gravidi di sapienza,
devono far credere di aver superato chissà quali difficilissimi esami, devono
sembrare dotati di giusta dirittura, d'incrollabi1e moralità adusata alla
vita, il loro deve essere limpido raziocinio e per
far ciò bastano, come per i più bravi prestigiatori, poche cose e tanta
abilità nel saper usare le parole. Come il tubo faceva intendere. Quanto più costoro sono abili
tanto più sale il termometro della popolarità. Non è necessario andare a scomodare pensieri,
giudizi, progetti, né tanto meno la citata scienza filosofica. Tutta la cosa mi era chiara e quei signori mi
apparivano assisi, trionfanti, su dei seggi che poggiavano saldamente sulla
dura zolla dell'ignoranza, della superficialità, della dabbenaggine di chi
... comprende quel linguaggio, mentre restano fuori dal
gioco imbambolati e inebetiti solo quelli che non lo comprendono. . |
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